L’INAIL ha comunicato i risultati di una ricerca condotta dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro sugli operatori addetti al settore dell’assistenza sociosanitaria. Secondo lo studio, i principali rischi riguardano l’apparato muscolo scheletrico, l’esposizione a sostanze chimiche e biologiche, la salute mentale connessa a specifici fattori psicosociali come gli orari di lavoro irregolari, i ritmi serrati, i rapporti problematici con l’utenza, l’insicurezza lavorativa. Peraltro, è stato riscontrato anche un minor supporto sociale tra colleghi rispetto alla media dell’UE, e ciò può essere attribuito principalmente alla mancanza di personale, a fronte di cause di stress lavorativo come il lavoro notturno, e il breve preavviso concesso prima delle prestazioni. Per migliorare la situazione, secondo lo studio, è necessaria una combinazione di sforzi da parte di tutte le parti interessate delle diverse aree. Tra i fattori chiave, vi sono la carenza di personale, i problemi di finanziamento, le condizioni di lavoro, la protezione degli operatori coinvolti da fattori quali la violenza di terzi, la gestione dell’invecchiamento della popolazione e degli stessi lavoratori, le trasformazioni in atto in ragione delle tecnologie digitali sempre più diffuse e il miglioramento dell’attrattiva del settore e la sua capacità di trattenere la forza lavoro. |