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Esposizione a micotossine aerodisperse
(del 09 11 2019)

L’INAIL ha pubblicato un documento relativo all’esposizione professionale a micotossine aerodisperse, un tema ben noto nell’ambito della legislazione alimentare ma a volte sottovalutato in ambito lavorativo.

Le micotossine sono composti tossici prodotti, in condizioni ambientali e microclimatiche favorevoli, dal metabolismo secondario di alcuni funghi filamentosi, noti come muffe.

Tra le oltre 400 micotossine individuate, solo alcune sono pericolose per l’uomo: l’ocratossina A, le fumonisine e le aflatossine.

I lavoratori maggiormente esposti a questo rischio sono quelli delle industrie alimentari, gli addetti alla coltivazione, raccolta, manipolazione o molitura di prodotti di origine vegetale, alle attività di stoccaggio presso silos e magazzini, di carico e scarico dei mezzi di trasporto, alla produzione e distribuzione di mangimi animali, alle attività di trattamento e smaltimento rifiuti ed infine alle attività di manutenzione di macchine per agricoltura, silvicoltura e zootecnia.

La principale e più nota modalità di trasmissione è l’ingestione, attraverso il consumo di alimenti contaminati, tuttavia, per quanto le micotossine abbiano una bassa volatilità, non può essere esclusa l’inalazione a seguito di rilascio e dispersione nell’ambiente di spore fungine, frammenti di micelio e/o polveri aerodisperse contaminate. Inoltre, sia pure in minor misura, è stata rilevata anche la possibilità di esposizione per via cutanea.

Per quanto riguarda gli effetti sulla salute in caso di ingestione, le micotossine hanno caratteristiche tossiche ed infiammatorie, alcune hanno effetti immunodepressivi, genotossici e cancerogeni. L’inalazione può causare irritazione delle mucose, danno agli epiteli, effetti endocrini, reazioni sistemiche (febbre, nausea, affaticamento), immunosoppressione, effetti immunotossici e nefrotossici (insufficienza renale acuta).

Inoltre, secondo alcuni studi, le micotossine possono essere importanti nell’esposizione indoor di inquinanti, con lo sviluppo del complesso di sintomatologie note come Sick Building Syndrome (febbre, mal di testa, astenia).

Le misure di prevenzione e controllo passano attraverso il contenimento della proliferazione e, di conseguenza, la sintesi di micotossine, mettendo in atto misure quali il mantenimento di condizioni ambientali e microclimatiche idonee (bassi livelli di temperatura e umidità, pH acido, illuminazione, ventilazione, ecc.). Fondamentali sono inoltre le attività di informazione e formazione dei lavoratori coinvolti, allo scopo di aumentare la consapevolezza circa il rischio e le misure per limitare la contaminazione dei prodotti agricoli, abbattere o diluire la dispersione di polveri, minimizzare l’inalazione di tali agenti mediante l’uso di mezzi d’opera con cabine aspirate.

Devono inoltre essere utilizzati idonei DPI, in particolare per le vie respiratorie, e la messa in atto di un adeguato programma di sorveglianza sanitaria.



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