Nel confermare la condanna di una società per le lesioni riportate da un lavoratore investito dal crollo di un muro durante le operazioni di ripulitura del terreno, la Corte di Cassazione, dopo aver premesso che i criteri di imputazione oggettiva previsti dal D.Lgs. 231 rappresentati dall’interesse e dal vantaggio, e che il primo ricorre quando l’autore del reato abbia violato la normativa cautelare con il consapevole intento di conseguire un risparmio di spesa per l’ente, indipendentemente dal suo effettivo raggiungimento, mentre il secondo si ha quando l’autore del reato abbia violato sistematicamente le norme antinfortunistiche, ricavandone oggettivamente un qualche vantaggio per l’ente, sotto forma di risparmio di spesa o di massimizzazione della produzione, indipendentemente dalla volontà di ottenere il vantaggio stesso, sottolinea come il risparmio in favore dell’impresa può consistere anche nella sola riduzione dei tempi di lavorazione.