L’INAIL ha diffuso i dati relativi al monitoraggio periodico relativo ai casi di infortunio derivante da infezione dal COVID 19 al 31 ottobre 2021, con 183.147 denunce di infortunio dall’inizio dell’epidemia, con un’incidenza del 3,8% rispetto al complesso dei contagiati nazionali.

Rispetto al periodo precedente, i casi sono aumentati di 1.511 unità, pari allo 0,8%.

Il settore della sanità ed assistenza sociale (ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili) registra il 65% delle denunce, seguito dall’amministrazione pubblica (ASL e amministrazioni regionali, provinciali e comunali) con l’9,1%, dal noleggio e servizi di supporto (servizi di vigilanza, di pulizia, call center) con il 4,4%, dal trasporto e magazzinaggio con il 3,8%, dal settore manifatturiero (addetti alla lavorazione di prodotti chimici, farmaceutici, stampa, industria alimentare) con il 3,2%, dalle attività dei servizi di alloggio e ristorazione con il 2,5%, dal commercio all’ingrosso e al dettaglio con il 2,3%, dalle altre attività di servizi (pompe funebri, lavanderia, riparazione di computer e di beni alla persona, parrucchieri, centri benessere…) e dalle attività professionali scientifiche e tecniche (consulenti del lavoro, della logistica aziendale, di direzione aziendale) entrambe con l’1,9%,

L’analisi per professione vede quella dei tecnici della salute risulta come più interessata, con il 37,4% delle denunce, gli operatori socio – sanitari con il 18,1%, i medici con il 8,5%, gli operatori socio assistenziali con il 6,9% e il personale non qualificato nei servizi sanitari con il 4,7%.

Alla data del 31 ottobre, inoltre, sono state rilevate 782 denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale, oltre un quarto del totale dei decessi denunciati da gennaio 2020 e un’incidenza dello 0,6% rispetto al complesso dei deceduti nazionali da COVID-19.

Rispetto al mese precedente i decessi sono 20 in più, di cui 1 avvenuto ad ottobre.