L’INAIL ha pubblicato il report sull’infezione da COVID-19 in ambiente di lavoro. Alla data del 30 aprile 2021 sono stati denunciati 171.804 casi di infortunio sul lavoro da COVID-19, in aumento, rispetto al mese precedente, di 6.276 casi, il 3,8%, di cui 2.199 riferiti ad aprile e gli altri ai mesi precedenti. Novembre rimane il mese con il maggior numero di denunce, 39.732, pari al 23,1% del totale. Rispetto alle attività produttive, il settore della sanità ed assistenza sociale (ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili) continua a registrare la maggioranza dei casi, pari al 66,5% delle denunce, seguito dall’amministrazione pubblica (ASL e amministrazioni regionali, provinciali e comunali) con l’9,2%, dal noleggio e servizi di supporto (servizi di vigilanza, di pulizia, call center) con il 4,4%, dal settore manifatturiero (addetti alla lavorazione di prodotti chimici, farmaceutici, stampa, industria alimentare) con il 2,9%, dalle attività dei servizi di alloggio e ristorazione con in 2,5%, dal commercio all’ingrosso e al dettaglio con il 2,0%, dalle altre attività di servizi (pompe funebri, lavanderia, riparazione di computer e di beni alla persona, parrucchieri, centri benessere…) e dalle attività professionali scientifiche e tecniche (consulenti del lavoro, della logistica aziendale, di direzione aziendale) entrambe con l’1,9%, L’analisi per professione vede quella dei tecnici della salute risulta come più interessata, con il 38,0% delle denunce, gli operatori socio – sanitari con il 18,7%, i medici con il 8,7%, gli operatori socio assistenziali con il 7,1% e il personale non qualificato nei servizi sanitari con il 4,8%. Sono stati inoltre denunciati 600 casi di infortunio con esito mortale, circa un terzo dei decessi denunciati da gennaio 2020, con una incidenza dello 0,5% rispetto al complesso dei deceduti nazionali da COVID-19 e con 49 decessi in più rispetto al mese precedente. |