L’INAIL ha pubblicato un documento sulle allergie da pollini, in relazione alla tutela della salute pubblica ed occupazionale.

Le allergie da pollini rappresentano condizioni multifattoriali che richiedono un approccio integrato che prenda in considerazione i fattori di esposizione ambientali di origine fisica, chimica, biologica, nonché i co-fattori in grado di modulare gli effetti, le condizioni fisio-patologiche di ciascun individuo e la capacità di risposta individuale.

Le indicazioni relative alla gestione integrata del rischio da esposizione ai pollini riguardano tre aspetti. In primo luogo, la valutazione del rischio allergologico deve prendere in considerazione le aree verdi lavorative e, tra queste, quelle con maggior potenziale allergenico e le attività a maggior rischio di esposizione.

In secondo luogo, i lavoratori devono essere coinvolti nella conoscenza delle fonti espositive di natura biologica, delle misure di controllo da adottare per contribuire alla tutela della salute e sicurezza propria e degli altri lavoratori, ed infine tutti gli attori della prevenzione, e in particolare i lavoratori, ricevono adeguata informazione e formazione su rischi per la salute da esposizione a pollini, interazioni con agenti fisici e chimici, precauzioni per ridurre o evitare l’esposizione, misure igieniche da osservare, funzione e corretto impiego degli abiti da lavoro e dei dispositivi di protezione individuale, trasporto passivo attraverso indumenti, calzature, capelli e altri annessi cutanei.

Gli ambiti lavorativi nei quali è potenzialmente presente l’esposizione pollinica riguardano gli addetti a distribuzione carburanti, guida autoveicoli, linee elettriche e idrauliche esterne, linee ferroviarie, manutenzione aree verdi, manutenzione stradale, operazioni di carico e scarico all’aperto, sicurezza stradale, soccorso, cantieri edili, agricoltori, allevatori, forestali, lavoratori negli uffici e nelle varie attività commerciali ed industriali.