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DETTAGLIO NEWS

Casi di COVID-19 denunciati al 30 settembre 2020
(del 21 10 2020)

L’INAIL ha diffuso i dati dei contagi sul lavoro denunciati al 30 settembre 2020.

Il totale dei casi denunciati è di 54.128, in aumento di 1.919 casi rispetto al mese di agosto. Di queste, la gran parte è concentrata nella prima fase dell’emergenza (il 51,2% a marzo, il 33,8% ad aprile, il 7,1 a maggio).

In ambito lavorativo si segnalano due focolai, uno nella provincia di Treviso ed uno in quella di Bari.

Rispetto alle attività produttive, il settore della sanità ed assistenza sociale registra il 70,3% delle denunce, seguito dall’amministrazione pubblica (ASL e amministrazioni regionali, provinciali e comunali) con l’8,9%, dal noleggio e servizi di supporto (servizi di vigilanza, di pulizia, call center) con il 4,4%, dal settore manifatturiero (addetti alla lavorazione di prodotti chimici, farmaceutici, stampa, industria alimentare) con il 3,3% e dalle attività dei servizi di alloggio e ristorazione con in 2,7%.

Si segnala che, dopo il calo del mese di agosto, nel mese di settembre il numero dei casi denunciati è nuovamente salito sopra i 1.000.

Nel periodo successivo al lock down, peraltro, con la ripresa delle attività produttive precedentemente sospese, si osserva una riduzione dell’incidenza dei casi registrati nel settore della sanità e un incremento di quelli relativi ad alcune attività, in particolare quelle che nel periodo estivo hanno avuto un aumento di lavoro, come i servizi di alloggio e ristorazione o il commercio.

L’analisi delle professioni dell’infortunato vede la categoria dei tecnici della salute come quella più coinvolta, con il 39,2% dei contagi, seguono gli operatori socio – sanitari con il 20,6%, i medici con il 10,1%, gli operatori socio assistenziali con l’8,9% e il personale non qualificato nei servizi sanitari con il 4,7%.

Si sono inoltre verificati 319 casi mortali, 16 in più rispetto al 31 agosto, per l’84,0% uomini (contrariamente ai casi di infortuni, che vedono una prevalenza femminile).



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