L’INAIL ha pubblicato un documento dedicato all’esperienza del lavoro a distanza adottata necessariamente nella fase emergenziale dell’epidemia da COVID-19. Dopo aver analizzato affinità e differenze tra lavoro agile e telelavoro, viene messa in evidenza la sovrapposizione tra ambiente domestico e ambiente di lavoro, elemento che rende complessa la gestione del lavoro; si evidenzia infatti una pericolosa promiscuità tra vita lavorativa e vita personale, nella quale tutti i membri della famiglia, e quindi non unicamente il lavoratore, diventano parte di un’attività produttiva non organica, realizzata in spazi non adeguati e con modalità diverse da quanto previsto dalla normativa sul lavoro a distanza. In tale contesto, al di là degli obblighi a carico del datore di lavoro di fornire al lavoratore strumenti adeguati e l’informativa sui rischi generici e specifici connessi alla particolare modalità di esecuzione del rapporto di lavoro, un ruolo centrale lo svolge il lavoratore stesso, il quale è tenuto ad adottare comportamenti responsabili e a divenire promotore di una formazione condivisa con gli altri membri della famiglia e motore della cultura della sicurezza, sviluppandosi così i concetti di sicurezza partecipata presenti nelle normativa comunitarie e recepiti sia dal D.Lgs. 626/1994 sia dal D.Lgs. 81/2008. |