La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16713 del 16 aprile, affronta il tema della responsabilità dell’ente derivante dagli infortuni sul lavoro.

L’azienda, condannata al pagamento di una sanzione pecuniaria di 258.230 euro si è vista confermare tale pena, non avendo provato l’adozione ed efficace attuazione di un modello di organizzazione e gestione idoneo a prevenire il reato, l’affidamento del compito di vigilare sul funzionamento e l’osservanza del modello e di curarne l’aggiornamento ad un organismo dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo (l’organismo di vigilanza) ed infine che non vi era stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell’organismo, ed in merito – aggiunge la Corte – soccorre il disposto dell’articolo 30 del Testo Unico, il quale descrive nel settore della sicurezza ed igiene del lavoro le caratteristiche dei modelli di gestione, stabilendo altresì che in fase di prima applicazione si presumono conformi I modelli conformi alle linee guida UNI – INAIL del 2001 o allo standard OHSAS 18001:2007 (quest’ultimo recentemente sostituito dalla norma UNI 45001:2018.

Tale richiamo, peraltro, conferma la portata dell’articolo 30, e quindi la necessità che il modello organizzativo predisposto secondo il D.Lgs. 231 tenga in debito conto le disposizioni della citata norma